mercoledì 31 ottobre 2007
martedì 30 ottobre 2007
pensierino della sera
siete pronti per il compito di domani? Mi raccomando, carichi e motivati per questo appuntamento di basilare importanza. In bocca al lupo!!!!
Antonella Tiralosi
sabato 27 ottobre 2007
venerdì 26 ottobre 2007
ciao
La prof malata
Antonella Tiralosi
P.S. Il compito è soltanto rinviato a mercoledì prossimo :)
giovedì 25 ottobre 2007
my blog
Gianmarco Di Lernia
mercoledì 24 ottobre 2007
Oggi niente compito...
GIANLUCA THE BOSS
venerdì 19 ottobre 2007
per turi dell'olio
Le scritte sono FAVOLOSE!!!!
Bollino assicurato!!!!
Ti piace la quiete dopo la tempesta? Pensavo di smettere con Leopardi e iniziare Manzoni...ma se volete!!!!
la prof
Antonella tiralosi
Per turi dell'olio
Gianluca the boss
Nuova scritta...
La quiete dopo la tempesta
Passata è la tempesta:
Odo augelli far festa, e la gallina,
Tornata in su la via,
Che ripepete il suo verso. Ecco il sereno
Rompe là da ponente, alla montagna;
Sgombrasi la campagna,
E chiaro nella valle il fiume appare.
Ogni cor si rallegra, in ogni lato
Risorge il romorio
Torna il lavoro usato
L'artigiano a mirar l'umido cielo,
Con l'opra in man, cantando,
Fassi in su l'uscio; a prova
Vien fuor la femminetta a còr dell'acqua
Della novella piova;
E l'erbaiuol rinnova
Di sentiero in sentiero
Il grido giornaliero.
Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride
Per li poggi e le ville. Apre i balconi,
Apre terrazzi e logge la famiglia:
E, dalla via corrente, odi lontano
Tintinnio di sonagli; il carro stride
Del passegger che il suo cammin ripiglia.
Si rallegra ogni core
Sì dolce, sì gradita
Quand'è, com'or, la vita?
Quando con tanto amore
L'uomo a' suoi studi intende?
O torna all'opre? o cosa nova imprende?
Quando de' mali suoi men si ricorda?
Piacer figlio d'affanno;
Gioia vana, ch'è frutto
Del passato timore, onde si scosse
E paventò la morte
Chi la vita abborria;
Onde in lungo tormento,
Fredde, tacite, smorte,
Sudàr le genti e palpitàr, vedendo
Mossi alle nostre offese
Folgori, nembi e vento.
O natura cortese,
Son questi i doni tuoi,
Questi i diletti sono
Che tu porgi ai mortali. Uscir di pena
È diletto fra noi.
Pene tu spargi a larga mano; il duolo
Spontaneo sorge: e di piacer, quel tanto
Che per mostro e miracolo talvolta
Nasce d'affanno, è gran guadagno. Umana
Prole cara agli eterni! assai felice
Se respirar ti lice
D'alcun dolor: beata
Se te d'ogni dolor morte risana.
by tury dell'olio alias Gianmarco Di Lernia.
giovedì 18 ottobre 2007
PABLO NERUDA Parral, 12 luglio 1904 – Santiago, 23 settembre 1973 (Premio nobel letteratura 1971)
Ragazzi
vorrei farvi leggere questa poesia di un autore cileno, Pablo Neruda, che scrive in spagnolo,
ma che noi leggeremo in italiano per meglio comprenderlo. In classe vi mostrerò
una presentazione fatta con power point in cui parti di questa poesia vengono riprese
e associate a immagini strabilianti e a una musica degli ERA che è straordinaria.
Se vi sarà piaciuto...tanto di guadagnato....avrete scoperto perchè vale sempre la pena sapere di più.
Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi e' infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza
per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette
almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o
della pioggia incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto
prima di iniziarlo,
chi non fa domande
sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono
qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo
di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà
al raggiungimento
di una splendida felicita'.
per Giamy il grande
Sei stato bravissimo. Sai bene che per me il voto non è ciò che conta veramente, ma un OTTIMO lo meriti anche tu.
Sono davvero molto orgogliosa e il vostro lavoro sarà adeguatamente ripagato!!!!
La prof da "sopprimere"
Antonella Tiralosi
P.S. Silvia ricordi ancora ecc.... non ricordami...(unico piccolo appunto)
mercoledì 17 ottobre 2007
Giamyilgrande
Versione in prosa A Silvia(Giamyilgrande)
Risuonavano le quiete stanze, e le vie dintorno al tuo continuo canto, quando, intenta a lavori femminili come tessere e filare sedevi, assai contenta di quel bello indefinito avvenire che immaginavi e sognavi.
Era il maggio odoroso:e tu solevi cosi' trascorrere la tua giornata.
Io interrompendo di tanto in tanto gli amati studi e i fogli e i libri su cui mi affaticavo, sui quali si consumavano la mia giovinezza e le mie migliori energie, dai balconi della casa paterna ascoltavo il suono delle tua voce e il rumore prodotto dal telaio mosso dalla tua mano rapida, che stava faticosamente tessendo.
Guardavo, ammiravo il ciel sereno, le strade illuminate dal sole e i campi, e da una parte il mare in lontananza e dall'altra parte i monti.Nessuna parola umana può esprimere quello che io sentivo nell'animo.
Che pensieri soavi che speranze che sentimenti o Silvia mia!
Come è bella piena di promesse allor ci apparirà la vita umana e il destino!
Quando ripenso alle nostre grandi speranze, mi sento opprimere da un sentimento doloroso e inconsolabile e torno a rammaricarmi della mia sventura.
O natura, o natura perchè poi, cioè nell'età matura, non mantieni quello che hai promesso allora cioè nella giovinezza?perchè di tanto inganni i figli tuoi?
Tu, o Silvia, prima che l'inverno facesse morire con il gelo le erbe, moristi, o fragile creatura, assalita e vinta da una malattia nascosta nel tuo corpo.E non giungesti alla tua piena giovinezza, non fosti rallegrata lusingata dalla dolce lode per i tuoi neri capelli, o per i tuoi occhi innamorati e pieni di pudore, nè le amiche nei giorni di festa hanno parlato con te dei loro dolci sogni d'amore.
Di li a poco vennero meno anche le mie speranze di felicità:anche ai miei anni, alla mia vita, il destino negò di poter godere della giovinezza.Ahi , come sei irrimediabilmente passata, cara compagna della mia giovinezza, mia speranza sei sempre rimpianta!
Questo è dunque quel mondo tanto immaginato, sognato nella giovinezza?Sono questi i piaceri l'amore, le attività dell uomo, gli avvenimenti di cui tanto parlammo insieme?
Questa è la sorte dell umano genti?
All'apparire dell'amara verità della vita, tu o speranza, misera perchè illusoria, svanisti:e da lontano indicasti il gelo della morte e una tomba disadorna e dimenticata.
per gianluca the boss
Hai mai avuto un ottimo on line?
Appena adesso ne hai collezionato uno.
Sono molto orgogliosa e soddisfatta.
La prof da "sopprimere"
Antonella Tiralosi
P.S. L'altro argomento per il compito è Gandhi
Versione in prosa de "L'infinto" di Giacomo Leopardi con tanto di spiegazione (fatta da me)
1 Sempre caro mi fu questo colle solitario (si parla del monte Tabor), e questa siepe, che impedisce al mio sguardo di vedere un lungo tratto dell'orizzonte estremo.
2 Ma sedendomi e guardando, immagino spazi infiniti al di là di quella ("quella" si riferisce alla siepe), silenzi al di là della conoscenza umana e pace profondissima, tanto che in quegli spazi e in quel silenzio per poco il mio cuore non si smarrisce. 3 E non appena sento il rumore del vento fra le piante, io paragono il silenzio dell'infinito a quel rumore: e mi viene in mente l'eternità del tempo, e l'età trascorse, e quella presente che pulsa di vita con il fragore dei suoi avvenimenti. 4 Cosi il mio pensiero si abbandona tra questa immensità: è dolce perdermi, abbandonarmi in questo mare dell'infinito.
Spiegazione:
1)Nella prima parte Leopardi parla del suo "blocco" visivo puntualizzando che aveva il monte Tabor e una siepe che gli impedivano la vista.
2)Qui Leopardi ci spiega che nonostante gli ostacoli visivi, lui riusciva a guardare oltre con l'immaginazione. Immaginava spazi e silenzi indefiniti e una pace assolutamente profonda. Addirittura dice di immergersi talmente tanto in quei pensieri, che per poco il cuore non ci si smarrisce.
3)Leopardi mentre è immerso nei pensieri sente il rumore delle piante e attribuisce a quel rumore il silenzio dell'infinito. Questo rumore inoltre li fa venire in mente lo scorrere infinito del tempo.
4)Questa è la parte finale. Leopardi ci dice come per lui sia piacevole immaginare e "naufragare" nei suoi pensieri.
Spero di essere stato chiaro e avervi aiutato a capire meglio questa lirica di Leopardi.
Gianluca the boss
Compito di Italiano
Gianluca the boss
martedì 16 ottobre 2007
la nostra classe
La nostra mitica terza C è formata da sedici alunni la cui età va dal 1993 al 1995.
Nella nostra classe l'aria è "movimentata" e "frizzantina" ma si alterna a momenti di calma e tranquillità.
A livello didattico siamo nella media , nè troppo scarsi e nemmeno troppo bravi, però siamo pieni di buona volontà (chi più e chi meno) e voglia di crescere e maturare, sia in senso didattico che sociale e democratico. La nostra fortuna è quella di avere degli ottimi insegnanti, pronti a capirci sempre, ad aiutarci e a guidarci verso una strada faticosa come quella della nostra vita futura.
Intanto quest'anno abbiamo un traguardo importante che è quello degli esami. Propongo dunque di documentare il nostro percorso anche in vista di ciò che vogliamo dimostrare: CHE SIAMO IN GAMBA, che possiamo fare grandi cose...e che siamo disposti a dare il meglio di noi stessi. Magari, però, dateci tregua!!!!!
Gianluca
Giamyilgrande
sabato 13 ottobre 2007
immagine taroccata
Edvard Munch, L'urlo, 1885
L'urlo e' il piu' celebre quadro di Munch ed è, in assoluto, uno dei piu' famosi dell'espressionismo nordico. In esso e' condensata tutta l'angoscia che l'artista Munch avverte nei confronti della vita.
E se invece ce l'aveva con qualcuno?
le vostre "sudate carte"
come promesso, per voi e solo per voi, il materiale di studio su Leopardi
Buon divertimento :)
DIALOGO DELLA NATURA E DI UN ISLANDESE
RIASSUNTO
Un islandese, dopo aver esplorato molte terre, si ritrovò a capo di Buona Speranza, dove la sua attenzione venne catturata da un’inquietante figura femminile che scoprì essere la Natura.
Il dialogo che si instaurò tra i due, portò l’islandese a raccontare il motivo di questo suo viaggio: provava un profondo odio verso la Natura e proprio da lei stava fuggendo.
Sostenne che tutte le pene, le difficoltà e la tristezza dell’uomo e di tutti gli esseri viventi dipendessero unicamente da lei, che li aveva creati e condannati a questa vita di sofferenze. La risposta che ricevette gli spiegò quanto alla Natura poco importasse dei viventi; le azioni da lei compiute non erano volte ad agevolare o danneggiare una creatura in particolare, poiché il mondo non era stato creato per loro. Ciò non fu ammissibile per l’islandese, che chiedeva più protezione alla donna, poiché lei era l’artefice della loro nascita e a lei spettava il compito di rendere la loro vita più gradevole. L’ultimo monito che la Natura rivolse all’uomo fu quello di non aver considerato il fatto che la vita dell’universo fosse inscindibile dai mali e dalle sofferenze presenti in esso.
Dopo aver domandato alla Natura a chi giovasse questa vita in felicissima dell’universo, l’islandese morì. Due sono le versioni che si narrano sulla sua morte: la prima afferma che venne divorato da due leoni; la seconda che un forte vento si levò mentre ancora stava parlando, facendolo cadere. Sommerso poi dalla sabbia, divenne mummia e, trovato da alcuni viaggiatori, venne collocato in un museo in Europa.
Islandese. “…disperato dei piaceri, come di cosa negata alla nostra specie, non mi proposi altra cura che di tenermi lontano dai patimenti.”
Islandese. “…è quanto dire che tu dai ciascun giorno un assalto e una battaglia formata a quegli abitanti, non rei verso te di nessun’ingiuria.”
Islandese. “…l’uso di esso piacere sia quasi di tutte le cose umane la più nociva alle forze e alla sanità del corpo, la più calamitosa negli effetti in quanto a ciascheduna persona, e la più contraria alla curabilità della stessa vita.”
Islandese. “… il tempo amaro e lugubre della vecchiezza; vero e manifesto male, anzi cumulo di mali e di miserie gravissime; e questo tuttavia non accidentale, ma destinato da te per legge a tutti i generi de’ viventi …”
Natura. “Immaginavi tu forse che il mondo fosse fatto per causa vostra?”
Natura. “E finalmente, se anche mi avvenisse di estinguere tutta la vostra specie, io non me ne avvedrei.”
DIALOGO DELLA NATURA E DI UN ISLANDESE |
Un Islandese, che era corso per la maggior parte del mondo, e soggiornato in diversissime terre; andando una volta per l'interiore dell'Affrica, e passando sotto la linea equinoziale in un luogo non mai prima penetrato da uomo alcuno, ebbe un caso simile a quello che intervenne a Vasco di Gama nel passare il Capo di Buona speranza; quando il medesimo Capo, guardiano dei mari australi, gli si fece incontro, sotto forma di gigante, per distorlo dal tentare quelle nuove acque. Vide da lontano un busto grandissimo; che da principio immaginò dovere essere di pietra, e a somiglianza degli ermi colossali veduti da lui, molti anni prima, nell'isola di Pasqua. Ma fattosi più da vicino, trovò che era una forma smisurata di donna seduta in terra, col busto ritto, appoggiato il dosso e il gomito a una montagna; e non finta ma viva; di volto mezzo tra bello e terribile, di occhi e di capelli nerissimi; la quale guardavalo fissamente; e stata così un buono spazio senza parlare, all'ultimo gli disse. |
venerdì 12 ottobre 2007
0ggi a scuola con la prof abbiamo parlato per mezz'ora e abbiamo discusso sul nostro comportamento !!!
e qualche argomento trattato...di cui è meglio non riferire sul blog...ha suscitato qualche risata tra i compagni!!!
meno male che la prof ha la password del blog....altrimenti.....
Giamy il grande
L'UTOPIA
LEI E' L'ORIZZONTE
MI AVVICINO DI DUE PASSI,
LEI SI ALLONTANA DI DUE PASSI.
CAMMINO PER DIECI PASSI
E L'ORIZZONTE SI SPOSTA PIU' IN LA'.
PER QUANTO IO CAMMINI
NON LA RAGGIUNGERO' MAI.
A CHE SERVE L'UTOPIA?
SERVE PROPRIO A QUESTO.
A CAMMINARE
(Attanasio)
buon anno scolastico
la prof di Italiano
giovedì 11 ottobre 2007
primo post
però....siccome gianluca ha la febbre.... rimandiamo la presentazione alla prossima volta