mercoledì 17 ottobre 2007

Versione in prosa de "L'infinto" di Giacomo Leopardi con tanto di spiegazione (fatta da me)

Ho diviso la prosa in parti per poterla spiegare piu chiaramente.

1 Sempre caro mi fu questo colle solitario (si parla del monte Tabor), e questa siepe, che impedisce al mio sguardo di vedere un lungo tratto dell'orizzonte estremo.
2 Ma sedendomi e guardando, immagino spazi infiniti al di là di quella ("quella" si riferisce alla siepe), silenzi al di là della conoscenza umana e pace profondissima, tanto che in quegli spazi e in quel silenzio per poco il mio cuore non si smarrisce. 3 E non appena sento il rumore del vento fra le piante, io paragono il silenzio dell'infinito a quel rumore: e mi viene in mente l'eternità del tempo, e l'età trascorse, e quella presente che pulsa di vita con il fragore dei suoi avvenimenti. 4 Cosi il mio pensiero si abbandona tra questa immensità: è dolce perdermi, abbandonarmi in questo mare dell'infinito.

Spiegazione:

1)Nella prima parte Leopardi parla del suo "blocco" visivo puntualizzando che aveva il monte Tabor e una siepe che gli impedivano la vista.

2)Qui Leopardi ci spiega che nonostante gli ostacoli visivi, lui riusciva a guardare oltre con l'immaginazione. Immaginava spazi e silenzi indefiniti e una pace assolutamente profonda. Addirittura dice di immergersi talmente tanto in quei pensieri, che per poco il cuore non ci si smarrisce.

3)Leopardi mentre è immerso nei pensieri sente il rumore delle piante e attribuisce a quel rumore il silenzio dell'infinito. Questo rumore inoltre li fa venire in mente lo scorrere infinito del tempo.

4)Questa è la parte finale. Leopardi ci dice come per lui sia piacevole immaginare e "naufragare" nei suoi pensieri.

Spero di essere stato chiaro e avervi aiutato a capire meglio questa lirica di Leopardi.

Gianluca the boss

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