lunedì 31 marzo 2008

Il pensiero

Pirandello fotografato negli anni ventiPirandello si occupò di questioni teoriche fin da giovane. Si avvicinò alle teorie dello psicologo Alfred Binet. Pubblicò nel 1908 i saggi Arte e Scienza e L'umorismo caratterizzati da un'esposizione di stile colloquiale, molto lontana dal consueto discorso filosofico. Le due opere sono espressione di un'unica maturazione artistica ed esistenziale che ha coinvolto lo scrittore siciliano all'inizio del '900 e che vede come centrale proprio la poetica dell'umorismo.

L'umorismo
Nel saggio "L'umorismo" Pirandello distingue il comico dall'umorismo. Il primo, definito come "il sentimento del contrario", nasce quando si vuol dare un'immagine diversa da quella che realmente é. Nel saggio citato Pirandello ce ne fornisce un esempio:
«Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di qual orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata e parata d'abiti giovanili. Mi metto a ridere. "Avverto" che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così, a prima giunta e superficialmente, arrestarmi a questa espressione comica. Il comico è appunto un "avvertimento del contrario».

L'umorismo invece nasce da una meno superficiale considerazione della situazione:
«Ma se ora interviene in me la riflessione, e mi suggerisce che quella vecchia signora non prova forse piacere a pararsi così come un pappagallo, ma che forse ne soffre e lo fa soltanto perché pietosamente, s'inganna che, parata così, nascondendo le rughe e le canizie, riesca a trattenere a sé l'amore del marito molto più giovane di lei, ecco che io non posso più riderne come prima, perché appunto la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andar oltre a quel primo avvertimento, o piuttosto, più addentro: da quel primo avvertimento del contrario mi ha fatto passare a questo sentimento del contrario. Ed è tutta qui la differenza tra il comico e l'umoristico».

Mentre quindi il comico genera quasi immediatamente la risata perchè mostra subito la situazione evidentemente contraria a quella che dovrebbe normalmente essere, l'umorismo nasce da una più ponderata riflessione che genera una sorta di compassione da cui si origina un sorriso di comprensione. Nell'umorismo c'è il senso di un comune sentimento della fragilità umana da cui nasce un compatimento per le debolezze altrui che sono anche le proprie. L'umorismo è meno spietato del comico che giudica in maniera immediata.

« non ci fermiamo alle apparenze, ciò che inizialmente ci faceva ridere adesso ci farà tutt'al più sorridere. »

La disgregazione dell'io L'analisi dell'identità condotta da Pirandello lo portò a formulare la teoria della disgregazione dell'io. In un articolo del 1900 scrisse:

« Il nostro spirito consiste di frammenti, o meglio, di elementi distinti, più o meno in rapporto tra loro, i quali si possono disgregare e ricomporre in un nuovo aggregamento, così che ne risulti una nuova personalità, che pur fuori dalla coscienza dell'io normale, ha una propria coscienza a parte, indipendente, la quale si manifesta viva e in atto, oscurandosi la coscienza normale, o anche coesistendo con questa, nei casi di vero e proprio sdoppiamento dell'io. [...] Talché veramente può dirsi che due persone vivono, agiscono a un tempo, ciascuna per proprio conto, nel medesimo individuo. Con gli elementi del nostro io noi possiamo perciò comporre, costruire in noi stessi altre individualità, altri esseri con propria coscienza, con propria intelligenza, vivi e in atto. »


Quando si arriva alla perdita dell'identità si entra nella follia, tema centrale in molte opere, come l’Enrico IV o come Il berretto a sonagli, nel quale Pirandello inserisce addirittura una ricetta per la pazzia: dire sempre la verità, la nuda e cruda e tagliente verità, infischiandosene dei riguardi e delle maniere, delle ipocrisie e delle convenzioni sociali. Questo comportamento porterà presto all'isolamento da parte della società e, agli occhi degli altri, alla pazzia.

Il relativismo psicologico
Dal contrasto tra la vita e la forma nasce il relativismo psicologico che si esprime in due sensi: orizzontale, ovvero nel rapporto interpersonale, e verticale, ovvero nel rapporto che una persona ha con se stessa.

Gli uomini nascono liberi ma il Caso interviene nella loro vita precludendo ogni loro scelta: l'uomo nasce in una società precostituita dove ad ognuno viene assegnata una parte secondo la quale deve comportarsi.

Ciascuno è obbligato a seguire il ruolo e le regole che la società impone, anche se l'io vorrebbe manifestarsi in modo diverso: solo per l'intervento del caso può accadere di liberarsi di una forma per assumerne un'altra, dalla quale non sarà più possibile liberarsi per tornare indietro, come accade al protagonista de Il fu Mattia Pascal

L'uomo dunque non può capire né gli altri né tanto meno sé stesso, poiché ognuno vive portando - consapevolmente o, più spesso, inconsapevolmente - una maschera dietro la quale si agita una moltitudine di personalità diverse e inconoscibili.

Queste riflessioni trovano la più esplicita manifestazione narrativa nel romanzo Uno, nessuno e centomila:

Uno: perché ogni persona crede di essere un individuo unico con caratteristiche particolari;
Centomila perché l'uomo ha, dietro la maschera, tante personalità quante sono le persone che ci giudicano;
Nessuno perché, paradossalmente, se l'uomo ha 100.000 personalità invero non ne possiede nessuna, nel continuo cambiare non è capace di fermarsi nel suo vero "io".

La patente

La novella inizia con il protagonista (Rosario Chiarchiaro) pronto ad andare in tribunale tutto vestito di nero per chiedere una strana "patente". Essa consisteva in questo: era una patente che affermava che il Sig. Chiarchiaro era un portatore di sfortuna. Ormai disoccupato Chiarchiaro vide in questa patente l'unica fonte di guadagno. Il suo obiettivo era di andare nei posti di lavoro e chiedere soldi, se i proprietari rifiutassero la richiesta, Chiarchiaro avrebbe dato loro eterna sfortuna.

In questa novella Pirandello fa emergere la sua poetica attraverso il "gioco delle maschere", l'umorismo e il relativismo psicologico. La prima poetica viene mostrata attraverso il Sig. Chiarchiaro. Esso infatti ha la maschera da iettatore, tutti nel paese gliela attribuiscono e lui ne approfitta per i suoi guadagni. L'umorismo viene mostrato dalla vita di Chiarchiaro, infatti lui per i suoi modi di fare puo sembrare comico, ma se riflettiamo più a fondo capiamo che lui è costretto a comportarsi così per vivere. Il concetto di relatività viene afferrato con Chiarchiaro. Esso è un padre di famiglia, un marito, e per la gente del paese è uno iettatore.

Gianluca The Boss & Rahul Bro

domenica 23 marzo 2008

Buonasera prof sn nicky le volevo fare gli auguri di buona pasqua anche se in ritardo, gli faccia gli auguri da parte mia anche ai suoi figli e a suo marito nn vedo l'ora di tornare a scuola sento molto la sua mancanza oltre a lei volevo fare gli auguri di buona pasqua a delle persone molto importanti che sn i miei compagni di classe auguri ragazzi e speriamo che quando torniamo a scuola alcuni prof siano + buoni auguri ancora dalla vostra compagna
1 grosso bacio da nicky
prof l.v.1.c.d.b. a mercoledi

lunedì 10 marzo 2008

un giorno nel medioevo

è con orgoglio che pubblico il lavoro di un alunno della IC, Gaetano Libranti, che si è catapultato, con competenza e ironia, nel difficile e avvincente mondo del medioevo. Bravo Gaetano!!!!

Io sono Gaetano da Navarra,marchese della marca spagnola,uno dei migliori vassalli del re.
Io e il re ci siamo conosciuti appena nati. Siamo cresciuti insieme e ci siamo allenati insieme. Quando il suo povero padre morì lui prese il possesso del trono e mi nominò suo vassallo concedendomi la marca dove regno tuttora.
La mia marca è molto difficile da governare così l’ho divisa con sette valvassori. I valvassori affidano alcuni terreni a dei valvassini che hanno molte coltivazioni. Ogni tanto faccio un giro dei feudi per riscuotere le tasse e per vedere se tutto va per il verso giusto.
A volte invito amici,conti e marchesi per delle battute di caccia e se riusciamo a prendere abbastanza selvaggina il nostro buon cuoco cucina uno stupendo banchetto.
Io mi distinguo da valvassori e valvassini per varie cose :il portamento,l’abitazione ma anche e soprattutto per l’abbigliamento . Io indosso sempre una tunica,un mantello color porpora,un coprispalle e una corona non bella come la corona imperiale ma comunque una bella corona.
Qualche volta il re organizza dei banchetti dove invita tutti i vassalli. Dopo aver mangiato ci riuniamo per parlare di cose serie : come vanno le cose,com’è amministrata la marca o la contea e cose di questo genere.
Purtroppo non tutte le giornate sono tranquille perché vivendo in una marca molto spesso capita di dover fare una guerra o una battaglia per respingere gli altri popoli o per allargare l’impero.

venerdì 7 marzo 2008

Ciao a tutti sn tornato dp tamto tempo sul blog!!!

Giamyilgrande

domenica 2 marzo 2008

Terrore in Pakistan

http://www.sicilia.lafragola.kataweb.it/catania/medie/sandomenicosavio-sgregoriodcatania/story402387.html

GiAnLuCa FaRdElLa